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Capitale a rischio.

Il concetto di tapering è tornato di stretta attualità, in un momento di incertezza che vede sotto i riflettori le misure di politica monetaria e le azioni volte a contrastare l’aumento del tasso di inflazione. In questa fase di transizione è importante avere una asset allocation ben diversificata: l’ideale è affidarsi alla gestione patrimoniale e rivolgersi a un intermediario affidabile per dosare la rotazione degli asset. Cosa si intende, esattamente, per tapering e qual è la differenza rispetto al più noto quantitative easing?

Tapering: cos’è?

Il tapering, in economia, indica uno strumento di politica monetaria messo in atto da una banca centrale per regolare l’offerta e il valore della moneta e per condizionare l’andamento dei tassi di interesse e dei rendimenti. Il tapering può essere visto come l’opposto del quantitative easing, o meglio come un suo graduale allentamento. Il tapering in finanza riveste un significato molto importante: influenza, infatti, il sentiment del mercato e le aspettative degli  investitori circa il futuro andamento dei tassi.

Qual è la differenza tra tapering e quantitative easing (QE)?

Il quantitative easing (anche noto come allentamento quantitativo, alleggerimento quantitativo o facilitazione quantitativa) è una strategia di politica monetaria non convenzionale applicata da una banca centrale e storicamente adottata dalla Fed, dalla Bce e dagli istituti centrali del Regno Unito e del Giappone. La finalità di questo strumento è aumentare l’offerta di moneta e stimolare, tramite l’iniezione di liquidità, il sistema finanziario, supportando di conseguenza, l’andamento dell’economia. Il quantitative tapering rappresenta, al contrario, l’allentamento di questa politica ultra espansiva.

Nel caso del quantitative easing, l’intervento della banca centrale è finalizzato a stimolare la crescita e a favorire i prestiti accordati dalle banche a cittadini e imprese. Ciò avviene tramite la creazione di nuova moneta e l’acquisto di asset finanziari che coincidono, per lo più, coi bond governativi. Il programma di acquisti adottato dalla banca centrale può riguardare anche strumenti finanziari più rischiosi. Il quantitative easing è una politica basata, per definizione, su bassi tassi di interesse. Al contrario, il tapering è basato su misure di politica monetaria restrittive che hanno come conseguenza un rialzo dei tassi e della moneta.

Tapering e tightening

Il tapering ha un significato distinto rispetto al tightening. Con questo concetto si indica, infatti, una stretta repentina della politica monetaria allo scopo di alzare i tassi di interesse. Il tapering, in finanza, si focalizza invece su un allentamento progressivo delle misure di quantitative easing: una stretta troppo improvvisa, infatti, potrebbe ridurre la fiducia e destabilizzare i mercati. Anche se realizzato in maniera graduale, il tapering può teoricamente ripercuotersi in modo piuttosto rapido sui tassi di interesse. L’allentamento delle misure di stimolo monetario e la riduzione di liquidità, inoltre, può avere importanti riflessi sul credito, sull’andamento dei prezzi e sui livelli di occupazione.

Cos’è un taper tantrum?

Abbiamo visto a grandi linee cos’è il tapering, quali sono i suoi obiettivi e le modalità con cui si realizza questa forma di politica monetaria. Un aspetto molto importante, come detto, è la sua gradualità. A conferma di ciò possiamo citare il taper tantrum, una dinamica che ha caratterizzato l’economia statunitense nel 2013. Questo fenomeno si realizzò a seguito dei cicli di quantitative easing avviati dalla Fed in risposta alla crisi finanziaria del 2007. Nel 2008 la Federal Reserve Bank avviò un corposo programma di stimolo monetario basato sull’acquisto di assets su larga scala. Nel 2013, l’annuncio da parte dell’allora presidente Fed Ben Bernanke di diminuire gli acquisti provocò un forte aumento dei tassi di interesse e dei rendimenti dei treasury bond e un significativo deflusso di capitali. La conseguenza fu, per  l’appunto, il taper tantrum, ovvero la “collera” dei mercati scatenata dall’allentamento dello stimolo monetario. A causa delle tensioni fra gli investitori si verificò un picco nei rendimenti dei buoni del tesoro statunitensi: improvvisamente, infatti, si scatenò il timore di subire forti perdite, innescando la vendita massiccia degli asset a reddito fisso. Il tapering del programma di quantitative easing si protrasse fino alla seconda metà del 2014.

Conclusioni

In sintesi, il tapering coincide con un piano controllato di riduzione del volume e del ritmo di acquisto dei titoli da parte di una banca centrale. Perché sia efficace, questa misura deve avvenire in modo progressivo e ragionato. Diversamente, l’economia potrebbe essere esposta al rischio di recessione e di destabilizzazione dei mercati finanziari, specie se il tapering si inserisce in un quadro di inflazione sostenuta e di scarsa crescita.