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Capitale a rischio.

Rating: cos’è? Significato

Il rating è un giudizio di affidabilità che riflette la solvibilità e la salute economico-finanziaria di un’organizzazione. Tale valutazione di rischio può riflettere una previsione di breve o di lungo periodo. Il rating gioca un ruolo fondamentale nelle scelte degli investitori, influenzando l’andamento dei titoli e le aspettative legate alle performance di società private e soggetti pubblici. Sottoposto a revisione periodica, il rating è emesso da un’agenzia specializzata tramite un dettagliato processo di analisi di tipo quantitativo e qualitativo. 

 

Quali sono le tipologie di rating?

Il concetto di rating può riferirsi all’affidabilità di un soggetto emittente o a uno specifico strumento di debito. La valutazione, espressa sotto forma di punteggio, può riferirsi a società private ed enti pubblici, ma anche a singole emissioni di titoli. In base all’accezione specifica, è possibile identificare diverse tipologie di rating. 

Il cosiddetto rating di credito riflette la capacità di un’azienda di far fronte ai propri debiti e alle scadenze delle obbligazioni societarie. Il rating creditizio condiziona in maniera significativa la capacità di un’impresa di finanziare la propria attività e di reperire liquidità. 

Il merito creditizio si lega al concetto di rating bancario. Quest’ultimo influisce sul rapporto tra le aziende e gli istituti di credito e sulle condizioni di accesso a prestiti e finanziamenti. Al tempo stesso, gli istituti di credito possono essere soggetti a una specifica valutazione che ne misura il livello di affidabilità e di solidità. Il rating delle banche italiane si fonda su vari parametri, il più importante dei quali è il CET1 Ratio, monitorato dalla BCE, che tiene in considerazione il peso di sofferenze finanziarie e crediti deteriorati.

Oltre al rating di impresa abbiamo il rating sul debito delle nazioni che esprime l’affidabilità di uno Stato e delle relative obbligazioni. Questo giudizio contribuisce a orientare il rendimento dei titoli del debito, inversamente proporzionale al rischio associato all’acquisto dei bond. Lo spread Btp-Bund, ad esempio, riflette il divario esistente fra il rating dell’Italia e il rating della Germania: da questa forbice deriva il differenziale di rendimento dei rispettivi titoli di Stato, generalmente intesi con scadenza decennale. Il rating sul debito ha assunto un’importanza crescente in anni recenti a causa delle crisi economico-finanziarie e del conseguente scenario di incertezza che si è venuto a creare per i creditori. 

Accanto a queste accezioni esistono definizioni più specifiche di rating. Con l’espressione rating di credito internazionale si indica, nel dettaglio, il rischio di trasferire titoli in valuta estera nella valuta del proprio Paese. Va menzionato, infine, il cosiddetto country ceiling rating. Questo indicatore si riferisce alle attività di investimento in un Paese estero e all’eventualità che quest’ultimo possa adottare misure volte a bloccare la fuoriuscita di capitali. 

 

Rating aziende: come si calcola?

L’iter che conduce all’emissione del rating viene avviato su impulso della società o dell’ente che, in tal modo, comunica al mercato la propria situazione economico finanziaria, orientando gli investitori interessati all’acquisto di bond e obbligazioni private. Il calcolo del rating presuppone un’analisi elaborata che non si limita all’applicazione di metodi matematico-quantitativi: il lavoro degli analisti, infatti, attinge a un ampio set informativo e impiega metodi di valutazione non rigidi di tipo qualitativo.

L’elaborazione del rating societario si fonda sull’esame dei parametri di tipo economico-finanziario e sull’analisi dei bilanci. La redditività, i flussi di cassa, la capacità di produrre reddito sono tutti elementi che entrano far parte della valutazione del financial profile. Lo studio viene esteso quindi all’analisi di settore, alla valutazione del contesto macroeconomico, alle aspettative legate al mercato di riferimento e al business profile. L’analisi qualitativa prende i considerazione anche gli aspetti legati al management e alla struttura della società, analizzando la qualità della gestione, le strategie e gli obiettivi dell’azienda. Gli analisti non si limitano ad acquisire e analizzare la documentazione, ma possono sollecitare incontri coi vertici aziendali e coi dirigenti per approfondire aspetti specifici e per ottenere informazioni più dettagliate. 

Una volta completato il processo di analisi, la comunicazione ufficiale del rating avviene generalmente entro 90 giorni o, se necessario, in tempi più rapidi. La pubblicazione del punteggio e dell’outlook viene effettuata sul sito dell’agenzia e tramite un comunicato stampa diffuso attraverso i canali di informazione finanziaria. In alcuni casi, la valutazione può dare origine a due diverse tipologie di rating: un giudizio a breve termine che riflette le aspettative di corto periodo – con orizzonte temporale limitato anche a un solo mese – e un giudizio a medio-lungo termine. In ogni caso, il rating deve essere sottoposto a revisione periodica, per riflettere la situazione del momento e offrire elementi di valutazione validi a tutti i soggetti interessati. 

Se la valutazione del rating riguarda uno Stato o un ente pubblico, fra gli elementi considerati rientrano il rapporto debito/Pil, il disavanzo, il livello di crescita, le politiche di finanza pubblica, la stabilità della situazione politica e, più in generale, le garanzie offerte agli investitori. 

 

Tabelle rating

La tabella di rating riporta una classificazione generalmente basata su valori alfanumerici. I codici standard sono quelli utilizzati dalle più influenti agenzie a livello internazionale, con possibili differenze fra l’una e l’altra. Le principali agenzie di rating adottano un criterio basato su lettere – dalla A alla D – eventualmente affiancate dai simboli + e – e dai numeri 1, 2, 3. Le agenzie in questione sono Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch cui si affiancano altri grandi nomi internazionali come la cinese Dagong. 

Il rating finanziario può spaziare tra la valutazione AAA – indice di elevata affidabilità e di rischio minimo – alla D che segnala lo stato di insolvenza. I valori intermedi indicano, a seconda dei casi, un grado di protezione più o meno elevato e un rischio speculativo più o meno accentuato. Fino alla tripla B, il significato del rating è un investimento sicuro con basso livello di vulnerabilità. Questa soglia segna lo spartiacque fra i bond investment grade e i bond speculativi, o non investment grade, anche classificati come junk o spazzatura. 

Tra le agenzie di rating in Italia si segnala Cerved Group che offre servizi di credit management, risk intelligence e marketing intelligence, analizzando il merito creditizio delle imprese ed emettendo rating pubblici e privati.

 

Conclusioni

Come abbiamo visto, il calcolo del rating avviene su richiesta dagli stessi soggetti esaminati. Si tratta, inoltre, di un servizio offerto a pagamento dalle società specializzate. Le agenzie di valutazione sono soggetti privati sottoposti alla vigilanza delle autorità competenti nei singoli Stati: ciononostante, le maggiori agenzie di rating sono partecipate da grandi multinazionali e, proprio per questo, non sono completamente esenti dal rischio di conflitti d’interesse. 

Pur non essendo un giudizio del tutto indipendente, il rating viene tenuto in grande considerazione dal mercato istituzionale e retail e offre un’indicazione importante per gestire e diversificare gli investimenti. In ambito borsistico, le revisioni del rating – con conseguente upgrade o downgrade – consentono di gestire la strategia di allocazione del capitale, di tenere sotto controllo il livello di rischio e di monitorare l’esposizione del portafoglio. La funzione del rating, non a caso, è quella di fornire un indicatore omogeneo per la valutazione del rischio emittente, fotografando la salute finanziaria e la solvibilità di un determinato soggetto. Il rating delle azioni inferiori alla tripla B, nello specifico, segnala l’elevata rischiosità dei titoli speculativi, scoraggiando gli investitori prudenti e poco propensi ad acquistare titoli ad alto rischio.