Inflazione
Inflazione: significato, tipologie, andamento e calcolo
La crescita deIl’inflazione ha un impatto considerevole sullo scenario economico, determinando un ribasso più o meno significativo del valore del denaro. Se l’aumento dei prezzi è molto sostenuto, gli effetti possono ripercuotersi anche sul potere d’acquisto dei risparmi, specie per chi sceglie di puntare sugli asset a reddito fisso.
Inflazione: definizione e significato
Che cos’è l’inflazione, in che forme si manifesta e che ruolo gioca nelle scelte delle famiglie, delle imprese e degli investitori? Secondo la definizione generale, l’inflazione indica un aumento progressivo, sostenuto e continuativo del livello medio dei prezzi di beni e servizi. Questo indicatore è considerato rappresentativo dell’andamento economico nel suo complesso in un determinato Paese (o in un contesto più ampio). Il calcolo dell’inflazione viene effettuato dall’istituto di statistica dei singoli Paesi, sulla base di specifici panieri che aggregano diverse categorie di beni e servizi.
L’inflazione viene espressa in termini percentuali, misurando la variazione dei prezzi nel periodo di riferimento e può essere rilevata su base mensile o annuale. Alcuni settori di beni esprimono dinamiche di prezzo diverse dalla media e sono soggetti a forte volatilità: ciò risulta evidente per l’energia e gli alimenti che, non a caso, sono esclusi dalla misurazione della cosiddetta inflazione “core”.
Cause e effetti dell’inflazione
Gli effetti dell’inflazione possono essere variamente interpretati. Entro certi limiti, un’inflazione blanda può essere considerata uno stimolo positivo per la crescita economica. Se eccessiva, al contrario, può svalutare eccessivamente la moneta ed erodere drasticamente il potere d’acquisto. Ciò si traduce nei maggiori costi sostenuti dalle imprese per organizzare e finanziare la propria attività. Anche le famiglie sono fortemente penalizzate, a maggior ragione i lavoratori con redditi bassi disallineati all’andamento dell’inflazione. Se il tasso di interesse è inferiore al tasso di inflazione, inoltre, viene eroso il potere di acquisto dei risparmi.
Quanto alle cause dell’inflazione, diversi sono i fattori che possono concorrere al rialzo dei prezzi. Fra questi c’è un aumento generalizzato della domanda dei beni e dei servizi in assenza di un’offerta altrettanto sostenuta. Anche la crescita dei costi di produzione delle imprese può innescare questo fenomeno: le aziende, infatti, aumentano i prezzi nel tentativo di rientrare degli investimenti e di salvaguardare il margine di profitto. La dinamica tra domanda e offerta può riguardare nello specifico anche la quantità di moneta, influenzata dalle politiche monetarie in atto.
Tipi di inflazione
In base al tasso di inflazione rilevato, è possibile identificare diversi scenari. Se il tasso di inflazione si discosta dal target – fissato dalla BCE intorno al 2% –, ma rimane su singola cifra, è considerato gestibile. Diversamente, può segnalare una svalutazione drastica della valuta con effetti difficili da controllare. Cosa vuol dire inflazione galoppante? In questo caso il tasso di aumento dei prezzi è compreso fra il 10% e il 20%: tale situazione può innescare effetti preoccupanti e minare la situazione finanziaria delle famiglie a basso reddito.
Cosa significa, invece, iperinflazione? Questo fenomeno, più raro, indica un aumento mensile dei prezzi pari o superiore al 50%: il rischio è che la recessione si trasformi in depressione economica, stimolando il ricorso ai beni rifugio e minacciando il fallimento delle istituzioni finanziarie. La stagflazione, infine, indica uno scenario in cui i prezzi aumentano anche se l’economia è stagnante o in recessione. Un precedente di questo tipo si è verificato negli anni Settanta negli Stati Uniti con un aumento record dei prezzi del petrolio.
Inflazione e deflazione
Fra i tipi di inflazione possibili rientra la disinflazione, situazione contrassegnata da un calo tendenziale dell’aumento dei prezzi. Un fenomeno opposto, rispetto all’inflazione, è la deflazione: in questo caso il livello medio dei prezzi è in discesa: ciò si verifica generalmente quando l’economia è in crisi. In questo scenario si manifesta la cosiddetta spirale inflazionistica, caratterizzata dalla diminuzione della spesa, dal crollo dei profitti delle aziende e dalla crescita della disoccupazione.
Andamento dell’inflazione
L’andamento dell’inflazione è fondamentale per la salute di un’economia. In generale, un’inflazione positiva è un segnale di crescita, a meno che non superi il tasso di crescita del PIL. Per valutare questo aspetto si ricorre a uno strumento noto come deflatore del PIL che consente di convertire il PIL nominale in PIL Reale. Un aumento dell’inflazione inaspettato genera incertezza, riducendo la competitività delle esportazioni.
Come incide l’andamento dell’inflazione sui tassi di interesse? A differenza del tasso nominale, il tasso di interesse reale è determinato dalla crescita del potere d’acquisto: è dato, cioè, dalla differenza fra li tasso di interesse nominale e il tasso di inflazione. Distinguere fra queste due voci è molto importante per valutare le possibili ricadute dell’inflazione sull’investimento.
Inflazione in Italia
L’inflazione in Italia è misurata dall’Istat. L’istituto nazionale di statistica elabora diversi tipi di indici dei prezzi al consumo. Il primo è il Nic (indice Nazionale per l’Intera Collettività) che monitora la variazione di prezzo di beni e servizi acquistati sul mercato e finalizzati al consumo finale individuale. Il Foi (indice per le Famiglie di Operai e Impiegati) calcola invece l’andamento dei prezzi al dettaglio di beni e servizi acquistati dalle famiglie di lavoratori con contratto dipendente. L’indice dell’inflazione in Italia viene pubblicato dall’Istat ogni mese, evidenziando la variazione mensile e anno su anno.
Come si calcola l’inflazione?
Il calcolo dell’inflazione prende in considerazione due tipologie di indici principali. Il primo è l’Indice dei prezzi al consumo (IPC) che esprime la variazione dei prezzi dal punto di vista dell’acquirente. Alle voci di spesa più significative – come i consumi elettrici – viene attribuito un peso maggiore nel calcolo dell’inflazione, rispetto a beni meno importanti. Diversamente, l’Indice dei prezzi alla produzione (IPP) misura la variazione dei prezzi dal punto di vista del venditore.
Molto importante è l’Indice armonizzato dei prezzi al consumo o Ipca (in inglese HICP, Harmonized Index of Consumer Prices) che consente di allineare la metodologia di calcolo dell’inflazione per gli Stati membri dell’Unione Europea, garantendo la comparabilità fra diversi scenari economici. L’indice IAPC utilizza un paniere di circa 700 tipologie diverse di beni e servizi, rappresentativo dei consumi medi dell’area euro. L’indice incrocia i dati inviati all’Eurostat dagli istituti di statistica nazionali, ponderando i singoli Paesi in base alla quota di consumi e i gruppi di beni e servizi in base alla rispettiva importanza.
Inflazione, tassi di interesse e politica monetaria
Ogni banca centrale stabilisce obiettivi di inflazione che influenzano la politica monetaria e la modulazione dei tassi di interesse. Non fa eccezione la Banca Centrale Europea che ha identificato il tasso di inflazione ottimale intorno al 2% su base annua. Questo target può essere raggiunto con approccio simmetrico, ovvero con possibili deviazioni verso il basso o verso l’alto. L’obiettivo più ampio è assicurare la stabilità dei prezzi e stimolare l’attività economica. L’andamento dell’inflazione è strettamente legato a quello dei tassi di interesse stabiliti dalla BCE.
Conclusioni
Che significato ha l’inflazione per gli investitori? L’impatto dipende dalla tipologia di asset considerato. Storicamente, gli strumenti più colpiti dall’inflazione sono gli asset a reddito fisso, ovvero le obbligazioni. Fanno eccezione i BTP Italia, titoli di Stato armonizzati all’inflazione che consentono di proteggere il capitale nel tempo. In generale, nel lungo periodo il mercato azionario e i beni rifugio, come i metalli preziosi, offrono un valido scudo protettivo contro l’inflazione. Nel caso del mercato azionario, tuttavia, il rischio è dato dalla tendenza a sopravvalutare i rendimenti delle società. In uno scenario di stagflazione, inoltre, i titoli azionari possono risalire negativamente dell’aumento dei costi associato alla stagnazione economica.