BOT (Buono Ordinario Tesoro)
Buono ordinario del tesoro
I BOT – buoni ordinari del tesoro sono titoli di stato a breve termine con scadenza non superiore ai 12 mesi, quotati sui mercati regolamentati al dettaglio e all’ingrosso. Sono titoli zero coupon che rimborsano alla pari, tradizionalmente considerati a rischio zero in virtù dell’emittente e della durata e, inoltre, vantaggiosi dal punto di vista fiscale grazie alla tassazione agevolata. È davvero così, cosa sono i BOT nello specifico e come si calcola il loro rendimento?
BOT (buoni ordinari del tesoro): cosa sono?
I BOT sono titoli del debito pubblico italiano emessi dal Tesoro per finanziare il debito di stato, gli investimenti e le esigenze di liquidità a breve termine. La durata di un buono ordinario del tesoro è, di conseguenza, limitata, rispetto ad esempio alle obbligazioni CTZ che hanno una scadenza di 24 mesi. Come in questo caso, il rimborso dei BOT avviene alla pari, in un’unica soluzione a scadenza. La remunerazione non prevede il pagamento di cedole, ragion per cui i buoni ordinari nel tesoro rientrano nella categoria di titoli zero coupon. Al momento della sottoscrizione vengono acquistati a valore inferiore rispetto al valore nominale: i bot sono emessi a sconto e la differenza fra l’uno e l’altro valore rappresenta – al lordo di tasse e commissioni – il guadagno offerto da questo strumento. Con terminologia anglosassone i bot vengono definiti bill (bond di breve durata senza cedola).
Tipologie di BOT: durata
I Buoni ordinario del tesoro sono emessi dal Tesoro con scadenze a 3, 6 o 12 mesi o con durata (e periodicità) diversa. Cosa sono i bot flessibili? Con questa definizione si fa riferimento a buoni del tesoro ordinari con scadenze diverse da quelle elencate, comprese in ogni caso entro l’anno. A differenza dei bot semestrali e annuali, non rispettano un calendario predefinito di aste mensili, ma vengono emessi in base alle esigenze di cassa del Tesoro. Quest’ultimo, inoltre, può offrire tranche aggiuntive di bot già emessi.
Meccanismo d’asta
I buoni ordinari del tesoro possono essere acquistati all’asta, al momento dell’emissione, o sul mercato secondario, il MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni). Le aste dei Bot semestrali e annuali, come abbiamo visto, si svolgono con cadenza mensile (rispettivamente, a fine mese e a metà mese), mentre nel caso dei bot flessibili e trimestrali la periodicità è variabile. La procedura di assegnazione avviene attraverso aste competitive, riservate agli intermediari istituzionali autorizzati dove le offerte non sono espresse in termini di prezzo, bensì di rendimento. Gli intermediari possono inviare fino a un massimo di 5 offerte, specificando il nominale da sottoscrivere e il rendimento. Una volta completata la procedura di assegnazione dei bot a 6 e 12 mesi, gli operatori specialisti possono accedere a un collocamento supplementare che generalmente riguarda il 10% del capitale nominale offerto in occasione dell’asta ordinaria.
BOT (buoni ordinari del tesoro): rendimento
Come nel caso dei CTZ (obbligazioni zero coupon), il rendimento dei BOT è frutto del cosiddetto scarto di emissione. La remunerazione, infatti, non è legata allo stacco di cedole periodiche, ma dipende dalla differenza tra valore nominale incassato a scadenza, e capitale versato al momento dell’emissione o della sottoscrizione. In base alla modalità d’acquisto dei bot, il rendimento è calcolato in modo diverso. Se i titoli sono acquistati sul mercato secondario, infatti, il riferimento è rappresentato dal prezzo di acquisto (anziché dal prezzo di emissione) e dalla vita residua del titolo.
Il prezzo dei bot applicato ai sottoscrittori coincide col prezzo medio ponderato registrato nel corso dell’asta. A questo si aggiungono le commissioni applicate da ciascun operatore, soggette a un tetto massimo. In alcuni casi, queste possono essere annullate: quando, cioè, il prezzo medio ponderato è superiore a 100. Se, invece, è inferiore a questo valore, ma lo supera sommando la commissione e l’imposta sostitutiva (se, cioè, il prezzo totale di vendita supera il valore nominale del titolo), la commissione viene ridotta per non erodere il margine di guadagno del cliente.
BOT: pro e contro
Il buono ordinario del tesoro è uno strumento che offre diversi vantaggi, come la scadenza ravvicinata, la liquidità e la semplicità di calcolo. Nel ricavare il rendimento dei Bot, in ogni caso, è necessario considerare anche le tasse, le spese di gestione e di amministrazione e le commissioni. Per legge, queste ultime devono rientrare all’interno di un tetto massimo, variabile in base alla vita residua del titolo e compreso fra lo 0,03% (per scadenze non superiori agli 80 giorni) e lo 0,15% (per scadenze non inferiori ai 271 giorni). A discrezione, le banche e gli intermediari possono applicare condizioni più favorevoli.
Per quanto riguarda la tassazione, l’aliquota fiscale agevolata è del 12,5% ed è applicata alla differenza tra il valore di rimborso e il prezzo di sottoscrizione. La ritenuta si applica al momento della sottoscrizione, dato che la remunerazione determinata dallo scarto di emissione è considerata anticipata. Sul costo dei BOT, inoltre, possono incidere i rinnovi a scadenza.
Investire in BOT: come fare?
Chi è interessato a comprare bot in fase d’asta dovrà rivolgersi agli operatori abilitati – generalmente, al proprio istituto bancario – e prenotare la quantità desiderata entro il giorno lavorativo precedente. Alla conclusione dell’asta, Banca d’Italia è tenuta a comunicare i risultati specificando il prezzo medio ponderato, il tasso di rendimento lordo a scadenza e la commissione da applicare al momento della sottoscrizione sul mercato secondario. La sottoscrizione può avvenire per un valore nominale minimo di 1.000 euro o multipli.
Quali sono i rischi?
Tradizionalmente, i buoni ordinari del tesoro sono considerati un investimento sicuro, anche in virtù della loro breve durata. Rispetto a scadenze più lunghe, i bot presentano un rischio minore. L’altra faccia della medaglia, tuttavia, sono i rendimenti inferiori rispetto a titoli a lungo termine e ad altri strumenti finanziari.
Agli occhi dei consumatori, i Bot possono rappresentare uno strumento di difesa del matrimonio nell’ambito di una strategia di investimento più ampia. Nell’ottica delle istituzioni finanziarie, inoltre, offrono uno strumento di liquidità utile per allocare le risorse in eccesso. È bene non ignorare, in ogni caso, l’eventualità di un rendimento negativo e la possibilità che il valore di rimborso risulti inferiore al prezzo di emissione. In anni recenti, a ben vedere, questo strumento si è caratterizzato per rendimenti attesi praticamente nulli e per margini di guadagno ridotti al minimo.